Mar Adriatico
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Le lagune di Grado e di Marano sono dei microcosmi anfibi ricchi di fascino e di sfaccettature naturali che si estendono la prima dalle foci del fiume Isonzo sino a quelle del fiume Aussa-Corno e la seconda da questo punto verso Ovest, fino a Lignano Sabbiadoro.
Pur essendo limitrofe, queste due lagune si presentano molto diverse, essendo quella di Grado costituita da un alternarsi di terreferme paludose e da isole, molte delle quali artificiali, su cui un tempo abitava una nutrita comunità peschereccia, mentre la laguna di Marano, conchiusa tra la terraferma e un cordone insulare che la protegge dal mare, presenta delle isole antropizzate unicamente verso le foci del fiume Stella, del Cormor e dell’isola di Sant’Andrea.
Numerosissime sono le testimonianze storiche e archeologiche che queste lagune custodiscono. La laguna di Grado ha iniziato a essere capillarmente abitata sin dal primo periodo della colonia di Aquileia (fondata nel 181 a.C.) e proprio alla decadenza della vicina città nel corso del V e VI secolo d.C. deve la sua fortuna. Infatti, al tempo delle calate unne e poi longobarde, è stata via via popolata dai transfughi da Aquileia e dal suo agro, appaiando così la sua storia a quella di molti centri dell’alto Adriatico – come Altino – che avrebbero poi determinato la fondazione di Venezia. La laguna di Marano, la più antica della Regione Friuli Venezia Giulia, è stata interessata da un’intensa antropizzazione in epoca romana, quando ha ricoperto la funzione di scalo e punto di smistamento di merci provenienti da diverse aree del Mediterraneo, in connessione con l’articolato sistema portuale del grande emporio aquileiese. Grazie alla sua posizione strategica sul mare, Marano venne fortificata ai tempi del Patriarcato di Aquileia (1031) e dal 1420 al 1797 rimase sotto la giurisdizione di Venezia. Le mura che cingevano la fortificazione vennero abbattute nel 1890.
Comuni a entrambe le lagune sono i casoni, le tipiche abitazioni lagunari costruite sopra gli isolotti, di natura affine a quella dei villaggi palafitticoli costruite con materiali vegetali reperiti in loco. Anche la tecnica di pesca si è sviluppata appositamente per questi spazi, caratterizzati da canali e da bassi fondali, attraversabili unicamente con imbarcazioni a basso pescaggio.
(Grazie al Museo della Laguna di Marano Lagunare - foto by Francesco Leggio)
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